Francesco Castellano paladino del doping

martedì 5 luglio 2011 Lascia un commento

Ormai è risaputo, le opinioni degli uomini cambiano con il passare del tempo. L’esempio più eclatante ci viene dalla classe politica dove si assiste a continui cambi di schieramento. Quello in cui credi oggi, lo rinnegherai domani. Per il proprio tornaconto si è disposti a tutti anche a rinnegare se stessi e i propri principi morali. Volete un esempio? Eccolo!
Molti di voi conoscono Francesco Castellano, una vita in bicicletta, tutti i pomeriggi su e giù per la strada che da Sorrento porta a Massalubrense. Ebbene, Castellano alcuni anni fa lasciò la squadra di cui faceva parte perché il presidente della stessa aveva tesserato alcuni amatori che erano stati implicati in fatti di doping. Castellano disse che non voleva vedere il proprio nome affiancato a quello di questi individui e cambiò squadra.
Passano alcuni anni. Castellano continua ad andare in bici su e giù per la penisola e un bel giorno qualcuno gli propone di assumere la presidenza di una nuova squadra, che poi tanto nuovo non è in quanto è formata da quelle stesse persone che lui aveva abbandonato anni prima. Nel frattempo questa squadra si era distinta soprattutto per il fatto di avere avuto tra i propri tesserati un atleta che era reduce da diversi anni di squalifica per doping e che ha concluso la propria carriera nel 2008 quando ad un controllo antidoping a sorpresa viene trovato positivo a ben OTTO sostanze vietate ed è squalificato a vita.
Cosa si poteva fare per restituire una verginità alla squadra? Nulla di più semplice, bastava cambiare nome ed affidare la presidenza ad un personaggio pulito. Detto fatto, ecco nascere il TCS con Francesco Castellano come presidente.
Capita poi che ad una delle prime corse della nuova stagione - il Giro della Costiera corso a Meta il 28 febbraio scorso - si presentino gli ispettori della che decidono di sottoporre a controllo i primi otto arrivati. Tre di questi otto non si presentano al controllo, incorrendo in una violazione delle norme Antidoping. Tra i tre c’è anche Mario Pastore, metese, tesserato per il TCS.
La notizia finisce su tutti i giornali e viene ripresa da numerosi siti web. Nonostante l’evidenza dei fatti il TCS cerca di camuffare la notizia accreditando una propria versione dei fatti, con il chiaro obiettivo di cercare di salvare dalla squalifica e dalla gogna mediatica il proprio tesserato.
Lo stesso Castellano mi contatta più volte chiedendomi, prima garbatamente, poi con toni minacciosi, di togliere la notizia dal mio sito. In un colloquio a quattrocchi giustifica la sua richiesta con una affermazione che sebbene possa essere attendibile, è altamente immorale quanto a contenuto: “Il gruppo è pieno di atleti dopati che fanno i fatti loro senza che nessuno gli dica niente, e nessuno ne scriva niente. Non è giusto che i tre che non si sono presentati al controllo vengano additati come gli unici dopati del gruppo. Meglio quindi non scrivere nulla su di loro.”
La polemica è continuata fino al 17 giugno scorso, ossia fino al momento in cui i tre hanno ricevuto una squalifica di due anni, insieme ad un quarto ciclista che è stato trovato positivo al Nesp.
Castellano e company hanno ormai perso il senso della realtà e continuano a ritenere che sia stata compiuta un ingiustizia verso il loro tesserato ed hanno stilato una vera e propria lista di proscrizione in cui sono inclusi tutti quelli, me per primo, che con la loro testimonianza hanno contribuito a far applicare una legge dello Stato. Non si rendono conto che così facendo sono diventati dei sostenitori del doping libero.
Termino ricordando al Castellano che i comportamenti omertosi oltre che alla legge statale sono contrari anche alla legge divina, per cui la sua affermazione è completamente errata sia dal punto di vista legale che religioso.

   

Share/Bookmark

1 commenti »

  • said:  

    mah! il ciclismo? è come la politica. Sono un under 23, e in questa categoria di doping ne gira (anche se sono convinto che il numero di atleti che ricorrono a sostanze proibite sia più alto tra gli amatori). Ho fatto della mia vita una lotta al doping e continuerò! Ma viviamo in un mondo in cui i valori d' una volta sono ormai degenerati. Fin quando ci sarà gente come questa, il ciclismo, la politica, il mondo, non cambierà mai.Ma bisogna impegnarsi, bisogna avere il coraggio di denunciare, bisogna abbandonare questo comportamento d' omertà, bisogna pensare allo sport come sport, e non come mezzo per il successo o come fattore economico. Lottiamo!

  • Lascia la tua risposta!

    Aggiungi il tuo commento qui sotto, oppure esegui un trackback dal tuo sito. Puoi anche iscriverti a questi commenti via RSS.

    Sii gentile, rimani in argomento. Lo spam non sarà tollerato.

    DISCLAIMER - Penisola Sport è un blog d’informazione senza scopi di lucro, i cui contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali industrie dell'editoria o dell'intrattenimento. La testata ambisce ad essere una piena espressione dell'art. 21 della costituzione italiana. Pur essendo normalmente aggiornato più volte quotidianamente, non ha una periodicità predefinita e non può quindi considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001.

    L'autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone. L'autore si riserva, tuttavia, la facoltà di rimuovere quanto ritenuto offensivo, lesivo o contrario al buon costume.

    Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti di cui si scrive. Alcune fotografie possono provenire da internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio. Eventuali detentori dei diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione o citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.