Avallone: "Vogliamo essere competitivi"

giovedì 7 luglio 2011 Lascia un commento

Cinque anni a Nocera Inferiore fanno di Salvatore Avallone un nome iscritto a fuoco nella storia dei molossi, nel bene e nel male. Originario di Salerno, prima di arrivare a Nocera, ha vestito le maglie di Avellino, Casale e Alessandria. In terra piemontese la consacrazione, cinque stagioni da leader e poi la chiamata dei rossoneri. Ad ottobre del 1997 il primo incontro con il "San Francesco" ed è subito amore con la tifoseria che apprezza la grinta e la voglia di non fermarsi mai del Sasà calciatore. Dopo l'impresa di Gualdo arriva l'amarezza ad Ancona contro la Ternana di Delneri e Fabris, da lì in poi il lento declino dei rossoneri è storia appurata. In un attimo i molossi passano dalla possibile B all'incubo della C2 e Avallone, che nel frattempo ha ottenuto i gradi di capitano, diventa un pò il capro espiatorio della tifoseria. Eros e thanatos, amore e odio ed una tifoseria spaccata; da una parte chi lo ha sempre apprezzato e difeso e dall'altra chi non lo ha mai accettato del tutto. Carismatico e deciso, Avallone, non s'è mai fatto distrarre dagli animi della piazza ed ha sempre svolto con professionalità il proprio dovere, così come tutt'ora fa da dirigente del Sorrento. Intervistato da Tuttonocerina.com ha parlato del suo passato a Nocera e del futuro del Sorrento.

Facciamo un salto nel passato, ottobre 1997 l'inizio di cinque anni in rossonero. Una vita...
"Si, sono stati cinque anni importanti per me, sia dal punto di vista professionale che umano. Ho vissuto momenti belli e brutti ma non rinnego niente di quella che è stata la mia carriera. Mi sono sempre espresso bene in tutte le piazze e ho sempre dato il massimo in tutte le squadre dove ho militato. Sono stati anni bellissimi e indimenticabili".

Lei ha vissuto in rossoneri i brividi della B sfiorata e l'amarezza della retrocessione in C2, due estremi...
"La sfiorata promozione e la retrocessione, ricordi tristi che non si possono cancellare. Il presente però è ben diverso per i rossoneri che sono riusciti da arrivare in B, un traguardo che noi mancammo".

Nei suoi anni a Nocera ha diviso la tifoseria, una frangia l'ha sempre appoggiato mentre un'altra si è spesso scagliata contro di lei...
"E' vero, a Nocera però ho tantissimi amici, per la tifoseria non è stato facile accettare che io di Salerno diventassi capitano della Nocerina. E ogni volta che capitava qualcosa finivano per attaccarmi sistematicamente, ho ricevuto tanti elogi così come numerose critiche ma sempre con rispetto reciproco, sia da parte mia che dei tifosi. Io non mi sono mai tirato indietro, ho sempre dato il massimo, scendendo in campo anche quando non ero al cento percento però non sono stato compreso da tutti i tifosi. Ho rispettato la maglia ed un presidente come Gambardella che aveva speso tanto per la Nocerina".

Un binomio, quello Gambardella-Avallone, che si è ricomposto a Sorrento. Tracciamo un bilancio di questo anno appena concluso con i rossoneri...
"E' un bilancio assolutamente positivo, siamo riusciti a concludere al secondo posto in classifica però dispiace non essere riusciti a vincere gli spareggi. Il Presidente avrebbe meritato la promozione per lo sforzo profuso e dispiace ancora di più perchè era nelle nostre possibilità. Vogliamo assolutamente sfatare questa maledizione".

Quindi la prossima stagione del Sorrento sarà da vertice?
"Noi vogliamo essere competitivi, come quest'anno, e non ci fissiamo obiettivi. Ovviamente il tutto dovrà rientrare in un budget ben preciso, la Prima Divisione impone delle spese di bilancio oculate perchè le entrate non riescono a compensare le uscite".

Lei avrà il difficile compito di riparare alle partenze di giocatori importanti come Paulinho e Togni...
"E' vero sono partiti giocatori importanti, tra chi era in prestito e chi ha deciso di non rinnovare il contratto abbiamo avuto partenze importanti ma arriveranno altri giocatori competitivi. Purtroppo Togni ha voluto la B a tutti i costi mentre Paulinho era in prestito ed è tornato a Livorno".

Parliamo un pò dell'Avallone dirigente, è stato difficile riporre i panni di calciatore ed indossare la giacca e la cravatta?
"Non è stato difficile perchè dopo 21 anni di carriera capisci che è arrivato il momento di fermarsi, fisicamente diventa difficile riuscire a correre ancora dietro al pallone. Oggi lo faccio ma mentalmente, essere dirigente è una cosa bellissima perchè posso fare un lavoro che mi piace in un mondo che conosco benissimo anche se c'è sempre qualcosa da imparare".

Lei e Ivano Pastore: giovani e con tanta voglia di mettersi in mostra...
"Ivano ha avuto anche la soddisfazione di arrivare in B, ha fatto un gran lavoro e i meriti vanno anche al presidente Citarella. Hanno fatto qualcosa di eccezionale, essere giovane significa avere tanti stimoli in più ma è un lavoro non facile. C'è tanto da imparare stando dall'altra parte della scrivania".

Parliamo di mercato, giravano voci di un possibile ritorno a Sorrento di Francesco Ripa. Quanto sono veri questi rumors di mercato?
"Ripa è un ottimo giocatore, è già stato a Sorrento dove peraltro ha lasciato un bellissimo ricordo. E' un calciatore importante ma non abbiamo mai intavolato nessuna trattativa con la Nocerina. Il mercato è appena iniziato e forse in futuro potrebbe pure nascere qualcosa ma per il momento non siamo interessato al calciatore".

A percorso inverso ha mai ricevuto una telefonata da Ivano Pastore per Horacio Erpen?
"E' lo stesso discorso di Ripa, Erpen è un calciatore importante per noi e non abbiamo ricevuto nessuna offerta dalla Nocerina. Su di lui ci sono molte squadre ma non i rossoneri. Non mi risulta che Pastore sia interessato al nostro attaccante".

Infine c'era più di un indizio che vedeva Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, interessato ad entrare in società con Gambardella...
"Non le so dire, io sono contento che il presidente Gambardella sia rimasto. Queste sono cose di carattere amministrativo e non mi toccano, io sono felice per la permanenza del patron che reputo una persona pulita e un grande uomo".



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