sabato 11 dicembre 2010
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Gianni Simonelli si è molto arrabbiato per la sconfitta subita con il Gubbio. Soprattutto per il modo in cui è arrivata. Il Sorrento si era ripresentato a Gubbio dopo le due battaglie con il Verona e lo Spezia e una volta in campo aveva cercato di imporre il proprio gioco senza riuscire a realizzare la rete del vantaggio. La squadra era apparsa nervosa già nel primo tempo. Dopo il gol del Gubbio il nervosismo era aumentato e la squadra non era riuscita a riprendersi. Malgrado ciò la sconfitta era pienamente immeritata. Nell’arco dei novanta minuti il Sorrento aveva giocato meglio dei padroni di casa, ma aveva sprecato troppe palle gol. Una vera e propria beffa. Un dolore troppo grande.
La rabbia del tecnico si è palesata pienamente verso la fine della rifinitura. I ragazzi stavano disputando una partitella su metà campo e tutto sembrava filare liscio. Tanto che qualcuno aveva cominciato a giocare di fino con tocchi leziosi. All’improvviso Simonelli ha fermato il gioco e ha richiamato a se la squadra cominciando una filippica ad alta voce in dialetto napoletano di cui riportiamo un breve riassunto opportunamente tradotto ed emendato di alcuni vocaboli troppo coloriti: “Così non andiamo bene. Vedo troppi femminielli in mezzo al campo. Vedo cose che non mi piacciono. Dobbiamo mettere da parte i colpi di tacco e le giocate di fino e ritrovare la stessa umiltà che avevamo fino a qualche partita fa. In campo voglio vedere gente arrabbiata, affamata, cattiva, determinata, concentrata.”
Uno sfogo che la dice tutta sul dolore determinato da una sconfitta immeritata e che tecnico e squadra si ripromettono di riscattare nell’incontro con la Cremonese per riscattarsi. La ferita, insomma, è ancora aperta e si potrà chiudere solo se arriverà una vittoria convincente.
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